domenica 3 febbraio 2013

Le bomboniere per sostenere il progetto "Donne in difficoltà"

E' bello poter pensare che acquistare una bomboniera solidale possa rappresentare una grande opportunità per persone in gravi difficoltà. E' quello che Equamente bottega del Mondo propone per sostenere il progetto "Il Chicco di grano", casa accoglienza per donne in difficoltà che la cooperativa sociale Etnos gestisce nel comune di Serradifalco (CL)
Entrare in una casa famiglia è un’esperienza che ti cambia la vita, la cambia a chi è stato accolto, a chi ci lavora ma anche a chi semplicemente per volere del caso va a fare una semplice visita.
Il “Chicco di Grano” casa accoglienza per donne in difficoltà è un luogo dove nei due piani di un appartamento c’è il racconto percorsi interrotti , di vite che ripartono, c’è la storia di sconfitte ma anche di vittorie, c’è la storia di chi vuole la rivincita. Nel centro di Serradifalco un cartellone colorato segnala la presenza della casa, un portoncino sulla stradina del paese e delle donne che appena ti vedono escono dal balcone per regalarti sorrisi e saluti festosi, sanno che stai portando qualcosa per loro e per i loro bambini ma non è una questione materiale, sanno che sei andato a trovarle e come ogni padrone di casa che si rispetti devono accogliere i loro ospiti con gioia.

La parola che risuona più di ogni altra è la parola Mamma, infatti la casa famiglia accoglie le mamme con i loro bambini, bambini allegri e spensierati come tutti i bambini, che si sono trovati e hanno creato la loro piccola comunità, hanno installato in quel luogo le loro abitudini e hanno creato le loro gerarchie. Tre mamme e sei bambini, Safiyah che viene dalla Nigeria, ha due bellissime figlie e il sogno di avere un documento definitivo, ripete ad alta voce “io sono una mamma io mi prendo cura dei mie figli”, ma immediatamente dopo si scontra con la realtà di non trovare un lavoro, il lavoro è anche la maggiore preoccupazione di Adila,rumena e tre figlie, ho fatto la cameriera e la donna delle pulizie, dice se non ti dai da fare nessuno ti aiuta ma poi ribadisce “la fortuna è avere la salute, se hai la salute puoi fare tutto”. Poi c’è lei, Emma, ha partorito da poco, e il suo piccolo Andrea è il primo figlio del Chicco di Grano, sta portando un po’ di scompiglio nella casa, gli altri bambini guardano il piccolino come una preziosa novità e la più grande della casa dice di essere veramente felice che finalmente sia arrivato. Emma ha portato un bel po’ da fare dentro casa ma sa che quello è il luogo sicuro da dove potrà ripartire. Si riparte da Andrea, dal suo pianto e dallo scandire delle tre ore della poppata e si riparte dal suo progetto: scrivere un libro. “l’amore rubato, alla ricerca dell’amore negato” , 76 capitoli estrapolati dal suo diario personale (che consiste in una serie di quadernoni fitti di inchiostro) che mostra fiera come a fornire la prova del suo lavoro,il libro è dedicato ad una mamma come lei, ma non alla sua di mamma ma ad un’amica speciale che lei ha individuato come figura educativa e presente nella sua vita fatta di tristezza e di negazioni. Il tema ricorrente è la ricerca dell’amore, lei stessa spiega come l’amore è libertà e che se ti riempi il cuore di odio poi non hai più spazio per le cose belle. Emma chiarisce come sempre fin dai tempi della scuola le hanno detto che doveva coltivare il talento della scrittura, e adesso che ha una storia da raccontare, la sua, ha deciso di rivedere quelle impressioni disordinate e di farne un libro, il libro ci dice è il solo modo che ho per raccontare la mia verità “mi hanno sempre detto che sono una scapestrata, che ho fatto tante cose terribili e che è tutta colpa mia, ma non è così, non sono una santa ma quello che ho fatto è solo una risposta a tutto ciò che mi è stato negato” . Non si può fare a meno di notare come molti dei capitoli e delle riflessioni del libro rimandino ad una figura paterna ambigua e assente, ad un rapporto con gli uomini malato dove amore significava sesso, dove la ricerca di protezione maschile si trasformava in sfruttamento fisico. Emma allora confessa “Si, voglio vendicarmi di mio padre, parlare del male che mi ha fatto” ma dopo aggiunge “non ci credo tanto alla storia della vendetta ma in ogni caso voglio attirare la sua attenzione, in fondo io non lo odio”. In queste parole Emma ridiventa bambina, da madre si trasforma di nuovo in figlia. Il libro si articola in modo che ogni capitolo sia una storia a se che si conclude con una domada, il capitolo successivo fornirà una risposta e così via fino a dare un ritmo incalzante che ricostruisce una storia, la storia di Emma che da figlia si trasforma in mamma, la storia di una donna che scopre che alla fine l’unico modo per ricominciare e prendersi cura di un’altra vita, nella confusione di una casa abitata da chi porta fardelli pesanti e chi ha il sogno di costruire la propria dignità, tra urla con gli operatori e abbracci alle assistenti la nascita di Andrea diventa il simbolo di rinascita, nella sua culla posta in penombra c’è il senso del progetto Chicco di Grano.

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